LA FONTE MERAVIGLIOSA - Ayn Rand


La fonte meravigliosa (titolo originale The fountainhead) è un romanzo filosofico pubblicato nel 1943 dalla scrittrice russa Ayn Rand e fu il suo primo grande successo letterario, da cui è stato tratto l'omonimo film.


La fonte meravigliosa è un inno all'individualismo creativo considerato dall'autrice l'unica forza motrice della società umana, ma purtroppo oppresso dalle tendenze collettiviste o socialiste. Ma non è di politica che si parla, bensì dell'animo umano, delle sue aspirazioni all'indipendenza, della tendenza all'anticonformismo, della capacità di spezzare i legami con le convenzioni e il quieto vivere, o peggio, del bisogno di adeguarsi alla massa, al pensiero e al gusto comune, di scendere a compromessi, sia per bisogno che per debolezza.


Immagine tratta dal film The Fountainhead

DUE FIGURE CONTRAPPOSTE


Il protagonista è il giovane Howard Roark, studente dai modi bruschi e schivi, che veste in modo trasandato, ma dotato di grande creatività e inventiva. Tuttavia, il suo atteggiamento ribelle gli provoca l'espulsione dalla Scuola di Architettura dell'Istituto di Tecnologia di Stanton, proprio alla vigilia della laurea. Howard si rifiuta di disegnare le ville nello stile neorinascimentale che i suoi professori pretendono da lui, non vuole adeguarsi a questo modello di architettura, anzi, è un convinto sostenitore del movimento moderno.

All'opposto troviamo Peter Keating,  compagno di corso di Howard e suo amico, con la sua astuta capacità di adeguarsi al gusto comune, la sua ambizione e la sua sudditanza fatta di compromessi. Così, mentre la carriera di Peter è in continua ascesa, Howard ancora annaspa nelle difficoltà della libera professione, mentre tutti gli intimano di arrendersi e adeguarsi.


Le sue idee non vengono comprese dalla committenza che, in linea con il dilagante gusto neoclassico, in fase di attuazione modifica i progetti originali, rovinandoli. 
Un giorno Howard, fortemente indignato, con estrema freddezza decide di far esplodere un suo edificio, perché totalmente deturpato nella sua essenza. Accusato, viene difeso da due giornalisti, che mettono al suo servizio il loro giornale che, con l'opinione pubblica contro, in breve temp arriva al collasso. Dopo un processo, durante il quale Howard espone le sue idee sull'architettura e sull'individuo, l'architetto viene assolto. 

Ormai senza un soldo, ma ancora deciso a non adeguarsi all'ambiente mediocre che lo circonda, Howard decide di lavorare in miniera, finché un giorno, parte senza preavviso per lavorare a New York alla progettazione di un importante grattacielo.



Immagine tratta dal film The Fountainhead





IL LIBRO E L'AUTRICE
Ayn Rand

Interessante notare come la geniale e anticonformista figura del protagonista sia stata ispirata a Frank Lloyd Wright. Il commento di Lorenzo Codelli sul film ispirato al libro: 
«Se leggiamo A Testament (1957) scritto da Frank Lloyd Wright otto anni dopo il film di Vidor, restiamo stupefatti nel ritrovarvi perfettamente intatta l’ideologia che ispira sia il romanzo di Ayn Rand, che il suo adattamento cinematografico. Prima di The Fountainhead, non si era mai verificata una coincidenza tanto profetica con la biografia di un artista vivente. [...] I décors di stile wrightiano vengono suggeriti da grandi vetrate o da colonnati razionalisti, mentre viene mostrata in modo più dettagliato l’estetica opposta: il kitsch futurista degli uffici del giornale, lo stile neoclassico delle dimore patrizie.» (Lorenzo Codelli, Positif n. 163)





«La più piccola minoranza al mondo è l'individuo. Chiunque neghi i diritti dell'individuo non può sostenere di essere un difensore delle minoranze».  

Convinta che il governo dovesse avere un ruolo legittimo, ma relativamente ridotto in una società libera, non si riconobbe nell'anarcocapitalismo, ma si avvicinò piuttosto al miniarchismo (sebbene non abbia utilizzato mai direttamente questo termine). In Italia e in Europa è considerata una delle personalità più importanti dagli ambienti liberali più vicini al libertarismo contemporaneo di matrice anglosassone. 
I suoi romanzi si basano dunque su un archetipo di eroe: un uomo la cui abilità ed indipendenza causa un conflitto permanente con la società massificata, ma che, nonostante tutto, persevera per realizzare i suoi valori individuali.

E chi meglio di un architetto può incarnare questo conflitto?


Leggendo l'ignoranza dell'Architettura

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