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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

RIPENSARE GLI SPAZI AI TEMPI DEL COVID-19

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"La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto."  Albert Einstein La pandemia in corso, ha messo in evidenza molte fragilità del nostro sistema in generale, non solo di quello economico e sanitario, ma anche il nostro stile di vita è stato rimesso in discussione. Molte abitudini sono già cambiate, altre ancora cambieranno. La società si rimodulerà in funzione delle nuove esigenze , molte normative già lo hanno fatto e altre ancora lo faranno (chi sa, per esempio, se e come cambieranno i requisiti della normativa igienico-sanitaria?). Con la società in cambiamento, il mondo della progettazione nella sua interezza sarà chiamato a affrontare nuove sfide e in questo l’architettura non sarà da meno. Bisognerà ripensare gli spazi, tutti gli spazi “dal cucchiaio alla città”, per mantenere il famigerato distanziamento sociale. Ho buttato giù qualche idea e soprattutto tante domande (e alcune ipotesi volutamente provocatorie): ALLOGGI Abbiam

Donna Architetto Giovane

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Proseguono le interviste di Leggendo l'ignoranza dell'architettura. Oggi vi proponiamo l'intervista/sfogo di una giovane collega che sintetizza in modo efficace cosa vuol dire per una donna fare un mestiere considerato ancora prerogativa degli uomini, anche se non è chiaro se la "colpa" sia l'essere giovani o, appunto, l'essere donna. Ecco cosa ci racconta: <<Ho la grave colpa di essere una giovane donna che fa un mestiere ancora considerato da uomo, meglio se di esperienza, il che mi pone in antitesi sia per età, che per sesso. Ovviamente guadagno meno dei miei colleghi uomini e che io sia in Italia o all’estero, fa poca differenza. Eppure non è chiaro perché spetta a me e alle mie giovani colleghe mettere le pezze a grosse mancanze progettuali fatte dai nostri esperti capi, capi progetto o colleghi con più esperienza, pagati meglio e, ovviamente, uomini. Mancanze progettuali è un eufemismo quando la normativa viene applicata male, per non dir