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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

GLI OCCHI DEL PROGETTISTA

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Un progettista deve saper osservare. Questa è una lezione che impariamo già al primo anno di università e che ci sentiamo ripetere come un mantra. Osservare gli spazi, per capire come l'architetto ha dato risposta a un problema, ma soprattutto osservare le persone . Milano - Foto Alessia Malara Le città sono degli osservatori di etologia umana e urbana ricchi e diversificati. Tutto parte dalle persone, per le persone. Le vie del centro, le periferie, le scuole, gli uffici, i supermercati, i locali, i mezzi pubblici o anche gli spazi virtuali come internet  offrono tantissimi spunti a qualunque tipo di progettista,  dall'urbanista, all'interior designer. Ovunque il quotidiano faccia mostra delle sue battaglie, così come del divertimento, lì ci sono delle esigenze che il progettista deve saper capire per dare risposta a domande che spesso non sono ancora state poste. La tendenza del periodo storico in atto, a mio avviso, è quella della personalizzazione :  o

ESSERE ARCHITETTO - Una descrizione non esaustiva

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L'architetto osserva . Tutto. Sempre. Allineamenti, proporzioni, abbinamenti, colori, simmetrie, ritmo, moduli. Ti senti a disagio se qualcosa non è allineato, ma anche se è troppo simmetrico. Oppure conti le cose tutte uguali. Sei fra quelli che guardano le cose nel loro insieme, oppure ti soffermi subito sui dettagli, dal giunto in silicone al bottone allentato della giacca del tuo collega. Perdi più tempo a spiegare cosa intendi fare che a fare ciò che intendi. Sei total black nel vestire, total white nei progetti, black and white nelle foto. Oppure rifiuti tutto questo e sei fiori e colori. Fluo, i più coraggiosi. Per strada ti guardano male perché fotografi muri e pavimentazioni che non suscitano interesse nelle persone normali, ma a te serve la texture per il render! Oppure bussi sui materiali. Le piastrelle del bagno del ristorante difficilmente dimenticheranno le tue carezze. Ceramiche Porcelanosa - Batimat Parigi 2019 - Foto Alessia Malara La notte ti