I momenti morti
Capitano a tutti prima o poi.
Di durata variabile, i momenti morti sono quelli caratterizzati dall'attesa di minuti, ore, giorni, mesi. Sono quei momenti come quello in cui sto scrivendo.
Cosa fa un architetto durante i momenti morti? Gli scienziati non sono ancora riusciti a dare una risposta a questa domanda che afflige gli esseri umani da secoli.
Ma soprattutto, quali sono questi momenti morti? Avete già preparato il caffè? Mettetevi comodi eccovi una bella lista:
- In fila all'ufficio urbanistica
- In attesa delle stampe in copisteria
- In attesa del tecnico del plotter che si è bloccato proprio mentre stampavi a studio per evitare le attese in copisteria
- In attesa che il cliente si manifesti per capire quali saranno le sorti del tuo progetto
- In attesa di vari permessi e nullaosta, per lo stesso motivo
- In attesa dei risultati del concorso su cui hai sudato e pianto svariate notti
- In attesa che il tuo capo si ricordi che lo hai chiamato 10 ore fa per discutere sulle ultime modifiche al progetto
- In attesa dei calcoli statici dell'ingegnere che nel frattempo sta facendo i calcoli a mille altri architetti, sono come i batteristi in una band
- In attesa della relazione del geologo
- In attesa del rappresentante di questo o quel materiale per il tuo progetto di interior
- Attese varie sul cantiere
- In attese del prossimo cliente
- In attesa di Godot
- In attesa di veder realizzati i tuoi progetti visto le suddette attese si sommano fra loro, nel frattempo arriva persino Godot e gli architetti diventano creature mitiche dotate non più soltanto del dono dell'ubiquità, ma anche dell'immortalità
Gli architetti, una vita di attese, solo i cani ci superano in questo - anche se noi abbiamo più degli occhi da cucciolo di panda che da segugio. E intanto che ho finito di bere l'ennesimo caffè e di vedere quali pennarelli scrivono ancora, finalmente squilla il telefono!
Alessia Malara
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