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NON C’ERA UNA VOLTA IL CAD

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CAD, acronimo di Computer-aided Design , ossia progettazione assistita dal calcolatore. Oggi esistono centinaia di software utilizzati per il disegno tecnico, architettonico, meccanico e cosi via, è una cosa normale, comune, oserei dire scontata. Foto di  GraphicMama-team  da  Pixabay Ma non fu sempre così. Ci fu un tempo, non troppo lontano, in cui l’umanità dovette sopravvivere senza la rivoluzione informatica. Tempi duri, persino inimmaginabili per i più giovani. Come narrano alcuni valorosi superstiti, prima del CAD, gli studi di architettura erano una valle di lacrime – a volte era solo sudore, in realtà, o entrambe le cose. La parola "valle", inoltre, non è solo metaforica, è che effettivamente serviva molta superficie.  Noi freschi giovincelli abbiamo solo una vaga idea di ciò che deve essere stato per i progettisti quel campo di battaglia che, per comodità, chiameremo “tavolo da disegno”. Giornate, nottate, giovinezza, vite, gioie e d...

GLI OCCHI DEL PROGETTISTA

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Un progettista deve saper osservare. Questa è una lezione che impariamo già al primo anno di università e che ci sentiamo ripetere come un mantra. Osservare gli spazi, per capire come l'architetto ha dato risposta a un problema, ma soprattutto osservare le persone . Milano - Foto Alessia Malara Le città sono degli osservatori di etologia umana e urbana ricchi e diversificati. Tutto parte dalle persone, per le persone. Le vie del centro, le periferie, le scuole, gli uffici, i supermercati, i locali, i mezzi pubblici o anche gli spazi virtuali come internet  offrono tantissimi spunti a qualunque tipo di progettista,  dall'urbanista, all'interior designer. Ovunque il quotidiano faccia mostra delle sue battaglie, così come del divertimento, lì ci sono delle esigenze che il progettista deve saper capire per dare risposta a domande che spesso non sono ancora state poste. La tendenza del periodo storico in atto, a mio avviso, è quella della personalizzazione : ...

ESSERE ARCHITETTO - Una descrizione non esaustiva

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L'architetto osserva . Tutto. Sempre. Allineamenti, proporzioni, abbinamenti, colori, simmetrie, ritmo, moduli. Ti senti a disagio se qualcosa non è allineato, ma anche se è troppo simmetrico. Oppure conti le cose tutte uguali. Sei fra quelli che guardano le cose nel loro insieme, oppure ti soffermi subito sui dettagli, dal giunto in silicone al bottone allentato della giacca del tuo collega. Perdi più tempo a spiegare cosa intendi fare che a fare ciò che intendi. Sei total black nel vestire, total white nei progetti, black and white nelle foto. Oppure rifiuti tutto questo e sei fiori e colori. Fluo, i più coraggiosi. Per strada ti guardano male perché fotografi muri e pavimentazioni che non suscitano interesse nelle persone normali, ma a te serve la texture per il render! Oppure bussi sui materiali. Le piastrelle del bagno del ristorante difficilmente dimenticheranno le tue carezze. Ceramiche Porcelanosa - Batimat Parigi 2019 - Foto Alessia Malara La notte ti ...

10 COSE DA SAPERE SE VUOI STUDIARE ARCHITETTURA

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Ovvero, 10 cose che avrei voluto sapere prima di iniziare a studiare architettura Foto di  Jan Vašek 1. Una relazione senza uscita Sei in una relazione stabile e senza uscita con quello che fai. Gli studi in architettura assorbiranno ogni ambito della tua vita, ogni momento della tua giornata. Anche mentre fai altro, ricondurrai ogni cosa al progetto/esame in corso. Amici e parenti dovranno rassegnarsi. 2. Dormire? Preparati a fare le ore piccole. Dormi più che puoi e quando puoi, finché puoi. Una volta iniziati gli studi in architettura non sarà raro dormire solo tre ore a notte, se sei fortunato, o non dormire affatto. Il caffé s arà il tuo inseparabile compagno di studi. Tu sarai l'unico sveglio quando il mondo attorno a te dormirà. Vedrai le luci spegnersi piano piano e come un impavido Batman continuerai con la tua missione. Dovrai essere abbastanza forte da non farti tentare quando la palpebra diventerà pesante, per portare a termine la famigerata "conseg...

L'ESTETICA DELLA MACCHINA

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"Avevamo vegliato tutta la notte, i miei amici ed io, sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato, stellate come le nostre anime, perché come queste irradiate dal chiuso fulgore di un cuore elettrico." Con queste parole ha inizio il Manifesto del Futurismo , pubblicato in francese sul quotidiano parigino Le Figaro il 20 febbraio 1909 da  Filippo Tommaso Marinetti, poeta e scrittore italiano di formazione francese ,  sempre proiettato verso la  ricerca di modernità del linguaggio e della forma poetica, in favore del verso libero. N el Manifesto, Marinetti formula il suo programma di rivolta contro la cultura del passato  ("Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche,le accademie d'ogni specie") e espone i principi ispiratori del movimento, che ambivano all'edificazione di una cultura integralmente rinnovata. http://www.cn24tv.it/news/134172/futurismo-un-incontro-nel-centenario-della-morte-di-sant-elia.htm l I valori su cui in...

IL NON FINITO

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Gunkanjima, Hashima Island www.incredibilia.it/30-luoghi-terrificanti/   Mai caro mi fu quell’ermo palazzone, e quest’antenna, che da tanta parte dell’ultimo condominio il guardo include. Ma sedendo e mirando, interminate code di automobili di là da quella, e sovrumani frastuoni, e profondissimo smog io nello sguardo non mi fingo; ove per poco l’occhio non si spaura. E come il vento odo tuonar tra queste auto, io quello infinito clacson a questo disordine vo comparando: e mi sovvien l’emicrania, e le morte colline, e la presente non più verde, e il tuon di lei. Così tra questa edilizia s’annega lo sguardo mio: e il naufragar m’è di sdegno in questo orror. [Si ringrazia il Sig. G.Leopardi per la gentile collaborazione]                                                                 Alessia Malara ...

L'ARCHITETTURA DOMESTICA - Margarete Schütte-Lihotzky

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«Vidi che ogni millimetro disegnato aveva un significato e si realizzava qualcosa che avrebbe influenzato l’ambiente quotidiano dell’uomo». 1. Margarete Schütte-Lihotzky Margarete (1897-2000) nasce nell'eclettica Vienna di fine Ottocento da una famiglia medio-borghese. Dopo aver concluso gli studi di base, frequenta privatamente delle lezioni di disegno e gra fica, per poi decidere di diventare architetto, anche se contro il volere della sua famiglia. Così inizia a frequentare la Kunstgewerbeschule , la più celebre scuola di arti applicate di Vienna, dove insegnano artisti e architetti importanti e di tendenze progressiste. Rappresenta un caso unico perché è una studentessa austriaca in una scuola di architettura, in un periodo in cui le ragazze non erano ammesse né alle accademie, né ai politecnici. Il suo percorso accademico è brillante e le permette di ultimare gli studi in breve tempo, diventando una delle prime donne architetto in Europa , la seconda in Austr...

IL MEDICO DELL'ARCHITETTURA - Friedensreich Hundertwasser

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"Da quando ci sono urbanisti indottrinati e architetti standardizzati, le nostre case sono malate.   Non si ammalano, sono già concepite e costruite come case malate. Tolleriamo migliaia di questi edifici, privi di sentimento ed emozioni, dittatoriali, spietati, aggressivi, sacrileghi, piatti, sterili, disadorni, freddi, non romantici, anonimi, il vuoto assoluto. Danno l’illusione della funzionalità. Sono talmente deprimenti che si ammalano sia gli abitanti sia i passanti. Basti pensare che, se 100 persone vivono in una casa, altre 10.000 vi passano davanti ogni giorno e queste ultime soffrono come gli inquilini, forse ancora di più, per il senso di depressione che emana dalla facciata di una casa sterile. Gli ospedali sono malati. Le costruzioni uniformi simili a campi  di concentramento e a caserme distruggono e appiattiscono quanto di più prezioso un giovane può apportare alla società: la creatività spontanea dell’individuo. Gli architetti non possono risanare queste ca...

LA FORMA DEL LUOGO

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  «Ogni progetto, per interpretare la "forma del luogo" richiede uno studio specifico e una comprensione profonda della storia, della cultura, della geografia, della geologia, del clima».  R.Piano Dall'unione di luogo e tempo nasce il fare umano, così anche l'Architettura, figlia del  contesto  in cui è concepita. Ciò è subito evidente nelle  architetture vernacolari , la cosiddetta "architettura povera", basti pensare al  dammuso lampedusano  o al trullo pugliese, gli esempi sono molteplici e sparsi in tutto il mondo. LA CASA EOLIANA Tuttavia, vorrei focalizzare l'attenzione sulla tipica  abitazione eoliana , la cui peculiarità è di scaturire da una concezione di vita essenziale e funzionale. Essa si compone per  aggregazioni successive  a partire da un modulo base. Il  modulo base  è il cubo, che si sommo ad altri cubi in orizzontale e/o in verticale, secondo quanto suggerito dalla "forma del luogo" o dalle esigenz...